lunedì 6 maggio 2024

GX104 GAOFIGHGAR SOUL OF CHOGOKIN BANDAI

NOME DEL MODELLO: GX104 GAOFIGHGAR

PRODUTTORE: BANDAI SPIRITS

ANNO DI RILASCIO: 2023

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 40.700

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 9

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 7

CONFEZIONE - DIMENSIONI: 40 x 38 x 20 cm

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

PRO

fedele alla serie OVA

trasformazione riprodotta alla perfezione

modello imponente

dotazione accessori ampia

CONTRO

posabilità limitata

pessima gestione sulle istruzioni di alcune fasi cruciali

manca il dividing driver

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Otto anni dopo l’uscita del GX68 Gaogaigar, Bandai decide di realizzare per la famosa serie Soul of Chogokin, il GX104 Gaofighgar. Tratto dall’OVA di otto episodi, Gaogaigar Final, il nuovo mecha pilotato da Guy rappresenta l’evoluzione del Gaogaigar. Dopo la partenza di Mamoru con il leone Galeon per lo spazio, vengono realizzate sulla terra tutte le nuove Gao Machine per la formazione del nuovo Gaofighgar.

La confezione è stilisticamente molto curata ed in linea con quella delle precedenti uscite dedicate alla serie “The King of Braves”. Ad aumentare sensibilmente è lo spessore della scatola perché all’interno troviamo diverse cose in più rispetto al “vecchio” GX68. Estraendo il contenuto possiamo osservare il tanto amato box in polistirolo con tutte le Gao Machine al suo interno. Ogni navicella è protetta da un foglio di carta velina bianca e bloccata da barre in polistirolo per impedirne il movimento durate il trasporto. Due grandi blister trasparenti contengono tutti gli accessori che vanno a completare la ricca dotazione concepita da Bandai. Nel primo troviamo tre paia di mani per il GaoFar, le mani articolate, quelle unite ed il pugno con il simbolo G-Stone per il Gaofighgar, più un volto sostitutivo (GaoFar) e una seconda testa per la configurazione Gaofighgar. La dotazione comprende tre stand dedicati al Phantom Gao/GaoFar, al Linear Gao II ed allo Stealth Gao III. Completano il tutto diversi supporti da usare sulle Gao Machine, l’utilissimo uncino per aprire pannelli e parti mobili ed il supporto con l’anello gigante per la riproduzione del Broken Phantom. Il secondo blister invece accoglie le parti per formare il sontuoso display stand per esporre in grande stile il nuovo GX104 con relativa targhetta nominativa. In aggiunta ci sono anche i pettorali sostitutivi per la realizzazione della mossa finale con le quattro parti verdi da applicare allo Stealth Gao III in apertura alare.

Come abbiamo già detto, il GaoFar è la nuova Gao Machine creata per sostituire Galeon. Nella confezione la troviamo nella versione aerea Phantom Gao. La parte superiore ha il tettuccio apribile che, nella serie animata, serve per la fusione con Guy. Sono stati anche riprodotti i due carrelli di atterraggio posti sul retro delle ginocchia. Questi due supporti offrono una miglior stabilità per la posa a terra. Per completare la forma Phantom Gao dobbiamo estrarre le ali nascoste all’interno delle parti nere al bacino e le due più piccole poste all’interno dei femori. Possiamo esporre la nuova Gao Machine sull’apposito supporto inserito da Bandai nella confezione. La seconda modalità è la trasformazione da Phantom Gao al mecha GaoFar. La sequenza con i vari movimenti da compiere non è molto complicata ed è indicata come sempre sul libretto istruzioni fornito dalla casa di produzione. Il punto focale del procedimento è la rotazione ed il posizionamento delle gambe che richiede molta attenzione. Purtroppo Bandai non ha reso molto chiari i passaggi illustrativi e sulla rete abbiamo visto diversi pezzi rompersi inesorabilmente. Successivamente però sono stati realizzati appositi video sul come movimentare le parti per evitare le spiacevoli rotture. Il punto cruciale della sequenza è la rotazione dell’articolazione principale che, una volta ruotata, va piegata verso il basso, successivamente si deve portare la gamba in posizione obliqua, ruotata e contemporaneamente spinta verso l’alto. Consiglio molto caldamente comunque di guardare uno dei tanti video realizzati per replicare senza problemi il corretto movimento. Tutti i passaggi rimanenti della trasformazione si ottengono molto semplicemente seguendo il libretto illustrativo. Una volta ottenuto il GaoFar ci troviamo davanti ad un mecha di 22 cm di altezza con un discreto peso ed una colorazione azzurro/grigio opaco. E’ dotato di mani intercambiabili e di un volto alternativo con espressione diversa. E’ concepito con un mix di articolazioni ad attrito (molto rigide) ed a scatto, quest’ultime utilizzate per l’apertura delle gambe lateralmente. Curiosa la scelta di bandai che, a differenza del GX68, non ha utilizzato questo tipo di soluzione anche per l’articolazione che gestisce la rotazione di tutta la gamba. La posabilità generale del GaoFar è buona anche se limitata dalla poca, anzi davvero minima, inclinazione delle caviglie. Comunque, anche grazie all’impiego dell’apposito supporto, è possibile replicare le pose più iconiche viste nella serie OVA. Il mecha può essere agganciato allo Stealth Gao III  ed anche alle due metà separate del Drill Gao II, proprio come nel modello precedente, il Gaigar. Particolare attenzione va riposta nell’esposizione con le parti del Drill Gao perché il peso non permette alle braccia di tenere l’estensione. Anche il sistema di fissaggio ai polsi non garantisce una notevole sicurezza con possibili distacchi delle parti in questione. Non consiglio di esporre il GaoFar in questa modalità a meno che non si disponga di appositi sostegni per sorreggere il peso del Drill Gao II sulle braccia.

Il Drill Gao II esteticamente ricalca la versione precedente, ma con qualche differenza estetica. Il design risulta più lineare con modifiche nella parti esterne delle gambe, nelle cabine di pilotaggio e nei due trapani frontali che, in questa nuova versione, sono composti da 4 parti. Ruotandole, 2 andranno in senso orario, mentre le altre nel senso opposto. Questo effetto simula in modo molto bello la rotazione e permette di scegliere un modalità espositiva differente. La colorazione è la classica nero/rosso/oro con tonalità molto belle e con finitura lucida. Il peso di questa Gao Machine è notevole perché la sua conformazione ha diverse parti in metallo. I cingoli sono l’esatta replica di quelli usati per il GX68, ma con una novità, possono essere rimossi dalla sede. Nella Final Fusion diventa le gambe del Gaofighgar.

Anche lo Stealth Gao III ha subito un processo evolutivo con diverse modifiche strutturali ed estetiche. La sua forma ovviamente richiama quella della prima versione, ma qui risulta più slanciata e con un’apertura alare leggermente più ampia. A livello di dettaglio però ha perso qualcosa rispetto alla versione I. La sezione con gli interni della cabina di pilotaggio è assente ed completamente chiusa da pannelli neri rendendola un tutt’uno con la struttura della Gao Machine. All’interno contiene il casco che darà la forma definitiva alla testa del Gaofighgar, mentre nella parte sottostante, abbiamo sempre i due grandi reattori che diventano, dopo la trasformazione, gli avambracci del mecha. Lo Stealth Gao III è dotato di ali apribili da utilizzare nella configurazione Gaofighgar e nella nuova modalità volo ipersonico. Ovviamente Bandai ha inserito anche le parti verdi per cambiarne il colore, proprio come avviene nella serie OVA. E’ incluso nella confezione l’apposito stand dedicato per l’esposizione sospesa.

Il Linear Gao II ha cambiato completamente la sua forma rispetto alla versione precedente, passando dal famoso treno Shinkansen ad una navicella dotata di razzi per il volo. Anche la colorazione è totalmente diversa, il bianco ha lasciato il posto ad un azzurro/rosso con finitura opaca. Il peso è notevole grazie alle articolazioni ed alle braccia in metallo racchiuse al suo interno. Durante la trasformazione il Linear Gao II diventa le spalle del Gaofighgar riproducendo alla perfezione la sequenza del cartone animato. Bandai ha realizzato egregiamente il sistema di sgancio simultaneo dei razzi che avviene semplicemente pigiando verso il basso tutte le estremità. Una volta eseguita la manovra bisogna rimuovere la calotta principale e allargare le due parti per procedere all’inserimento nel GaoFar. Anche per il Linear Gao II è incluso uno stand dedicato per l’esposizione in volo.

Il fumetto “The King of Kings – Gaogaigar vs Betterman” descrive il vero finale cronologico dopo la conclusione della serie “Final”. Nel nuovo GX104, Bandai ha ricreato la modalità volo ipersonico descritta nel romanzo “The King of Braves Gaogaigar” da cui è tratto il fumetto sopra citato. Questa nuova forma è data sempre dalla combinazione di GaoFar con le altre Gao Machine, quello che cambia è ovviamente la loro disposizione nella sequenza di aggancio. Utilizzando gli appositi accessori dedicati con due degli stand inclusi nella confezione, si procede alla combinazione dei singoli componenti della nuova formazione. Le due parti divise del Drill Gao II, fissate ad un apposito separatore, vengono agganciate alle braccia del GaoFar. Successivamente si procede all’agganciamento dello Stealth Gao III alla schiena e, per completare il tutto, al fissaggio del Linear Gao II. Come ultima fase si applicano le estensioni alari verdi sulle apposite sedi. Davanti a noi abbiamo ora la nuova modalità volo ipersonico, in pratica, una sorta di astronave lunga ben 40 cm dall’estetica decisamente accattivante. Direi che questa configurazione è dedicata ai collezionisti più appassionati della serie con a disposizione molto spazio espositivo. Potrebbe essere una buona scusa per un doppio acquisto del modello.

Ed eccoci alla Final Fusion, ovvero l’unione delle Gao Machine da cui prende forma il nuovo Gaofighgar. L’intera sequenza chiaramente ricalca quella del Gaogaigar, ma con una differenza nella sezione di aggancio dello Stealth Gao III. Si parte dalla rotazione del busto di GaoFar ed al completamento del “gonnellino” nero sopra alle gambe. A questo punto si spingono indietro le parti azzurre dei polpacci e si procede all’inserimento all’interno del Drill Gao II. Le gambe del GaoFar vengono bloccate dalla chiusura delle sezioni con le cabine di pilotaggio e le trivelle. Possiamo ora ruotare dietro alla schiena le braccia per liberare il vano aggancio del Linear Gao II e girare la sezione centrale del petto grigia. Una volta inserito, come nel GX68, le parti del busto si allargano a scatto per adattare l’estetica della sezione alla configurazione finale. E’ il momento dell’aggancio dello Stealth Gao III. Prima di procedere bisogna aprire il vano dove andranno inserite le braccia del GaoFar. Per poter procedere all’apertura della sezione, bisogna tirare verso l’alto la parte centrale a punta, aprire e far ruotare fuori la sezione interna con la testa e i due blocchi per l’aggancio al GaoFar. Ora si procede all’inserimento in modo obliquo delle braccia che vengono fissate all’interno grazie a due appositi fermi in plastica. Queste due piccole parti vanno a collocarsi ad una piccola scanalatura concepita sulle braccia del GaoFar. Ultimata questa operazione, si spinge tutto lo Stealth Gao III in avanti chiudendo di fatto il vano aperto in precedenza. Non rimane che fissare le due parti grigie per bloccare correttamente il tutto. A questo punto si possono aprire i due portelli del Linear Gao II per far uscire i due bicipiti contenuti all’interno. Una volti estratti, (ci si può aiutare con l’apposito uncino della dotazione accessori), ruotandoli si allargano simultaneamente! Ora si vanno ad inserire i due avambracci privati dei pannelli di copertura. Spingendo verso l’alto le mani usciranno dalle sedi interne ruotando, proprio come nelle serie animata, in pratica è la medesima soluzione utilizzata nel GX68. Eccoci agli ultimi passaggi della Final Fusion! A questo punto bisogna posizionare le due piccole braccia nere (quelle che sostituiscono le criniere di Galeon) al busto e far scendere i copri spalle del GaoFar che diventano i pettorali del mecha. L’ultimo passaggio è ovviamente dedicato all’agganciamento del casco sopra alla testa del GaoFar. Il procedimento è molto semplice, si posiziona la prima parte dietro e poi si chiude il tutto abbassando la parte frontale.....Gao…Faigh…Garrrrr!

Il possente Gaofighgar è pronto e si mostra in tutta la sua potenza. Il modello è alto 26 cm con un peso di 1254 grammi! Esteticamente Bandai ha svolto un lavoro ineccepibile riproducendo alla perfezione le sembianze del mecha che appare nella mini serie Final. La colorazione è impeccabile con colori desaturati nelle sezioni chiare che creano un bel contrasto cromatico con quelle lucide. L’ingombro del modello rispetto al Gaogaigar è aumentato, soprattutto nella larghezza dello Stealth Gao III. Anche l’altezza risulta di un centimetro superiore al suo predecessore. Bandai ha realizzato (cosa molto gradita) due tipologie di  testa. Possiamo scegliere di mantenere quella contenuta nello Stealth Gao III o sostituirla con la seconda in dotazione che ha uno sculpt leggermente diverso e più slanciato. La testa alternativa gode di diverse peculiarità aggiuntive rispetto a quella usata per la trasformazione. E’ dotata di una base con asse di rotazione che permette pose più complesse, ad esempio girare perfettamente il collo verso l’alto ed in generale offre una posabilità nettamente superiore. Entrambi i volti sono realizzati benissimo e sono stati scolpiti prestando particolare attenzione al viso visto dal basso. Questo perché nella serie animata è la prospettiva che più viene riprodotta nelle varie sequenze. Il GX104 può replicare il colpo Broken Phantom, questo grazie alla presenza dell’accessorio ad anello inserito nella confezione. Il suo innesto è molto semplice grazie all’appendice trasparente applicabile all’avambraccio. Anche Gaofighgar è dotato di mani con dita articolate e, grazie a queste, è possibile replicare l’iconica posa del Protect Shade. Come avviene per Gaogaigar, anche il nuovo mecha può realizzare la mossa finale Hell&Haven. A differenza del GX68 che ha le sezioni delle criniere ripiegabili, nel GX104 Bandai è stata costretta ad inserire le parti pettorali sostitutive concave, questo per consentire al modello di posizionare le braccia nel modo corretto ed usare il doppio pugno unito. Per completare la posa è possibile aprire i pannelli sul corpo dello Stealth Gao III ed usare le coperture alari verdi. Sul fronte della posabilità però il Gaofighgar non eccelle e paga sicuramente il suo grande ingombro unito alla poca libertà di movimento delle gambe. Purtroppo l’articolazione che gestisce la rotazione e l’apertura delle gambe non concede grande azione, cosa che invece è concessa nel “vecchio” GX68. Bisogna anche sottolineare come la spiegazione della gestione di queste articolazioni sia stata trattata in modo approssimativo sul manuale istruzioni, cosa che reputo molto negativa per una casa di produzione dell’esperienza di Bandai!

Come visto all’inizio, la dotazione accessori che accompagna il GX104 è arricchita dalla presenza del display stand per esporre il modello. In pratica è il medesimo stand, qui di colore verde trasparente, usato nelle uscite precedenti per i set extra GX68X Star Gaogaigar (2016) e GX68X Star Gaogaigar The Ultimate King of Braves version (2021) e che vedremo nel prossimo GX112 RepliGaigar Option Set in uscita ad agosto 2024. La base espositiva, dotata di targhetta nominativa, si compone di 10 parti da montare in modo molto semplice. Una volta completato l’assemblaggio possiamo esporre il nostro Gaofighgar in tutta sicurezza. E’ anche possibile esporre il modello con il Goldion Hammer (GX69 e GX69R), con il Gatling Driver e Dividing Driver, accessori questi non presenti nella confezione.

Il GX104 Gaofighgar Soul of Chogokin è un prodotto ben curato e rispecchia fedelmente il lato estetico della controparte animata. Il lavoro svolto dalla casa nipponica è di buon livello riproponendo, anche se non in tutto, la qualità realizzativa del precedente GX68 Gaogaigar. La posabilità purtroppo non rappresenta un punto di forza di questo modello, vuoi per il peso e per la sua conformazione. L’articolazione delle anche purtroppo incide molto su questo aspetto e, come già sottolineato, la gestione sul manuale istruzioni ne complica molto il suo impiego, sia in fase di trasformazione da Phantom Gao a GaoFar, ma anche in fase di mobilità generale. Da segnalare purtroppo anche il distacco delle parti del Drill Gao II dalle gambe del GaoFar quando si solleva il modello da terra, difetto questo mai riscontrato sul precedente GX68! Molto buona la dotazione accessori che comprende il grande display stand ed anche quelli più piccoli per esporre tre delle quattro Gao Machine. Peccato solamente per la mancanza del Dividing Driver, una delle armi più iconiche a disposizione del Gaofighgar! In definitiva questo GX104 riporta un po’ ai vecchi fasti di un tempo la serie Soul of Chogokin ultimamente troppo riempita da ristampe e recolor di GX già visti. I veri appassionati della serie Gaogaigar non potranno saltare questo acquisto che, visti gli annunci fatti di ChouRyuuJin e RepliGaigar, motiva ancor di più la sua presenza in collezione. Come sempre un ringraziamento particolare e doveroso a tutto lo staff di Gokin.it per la grande disponibilità e collaborazione.

Piccola precisazione personale. Nelle foto del GaoFar con le parti del Drill Gao sulle braccia, ho erroneamente invertito le due sezioni. Purtroppo mi sono accorto dell’errore solamente dopo aver concluso il servizio fotografico.
 
 

 


 

lunedì 22 aprile 2024

PUNTA AL TOP GUNBUSTER - MORTAL MIND CCS TOYS

NOME DEL MODELLO: PUNTA AL TOP GUNBUSTER

PRODUTTORE: CCS TOYS

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 36.250

---------------------------------------------------------------------------------------

ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9

CONFEZIONE - DIMENSIONI: 56,5 x 35 x 25 cm

---------------------------------------------------------------------------------------

PRO

la miglior realizzazione del Gunbuster

un mondo di accessori

qualità produttiva al top

rapporto qualità/prezzo incredibile

CONTRO

molto tempo per ottenere la modalità Double Buster Collider

alette delle grandi spalle da maneggiare con estrema cautela

poca mobilità della testa

---------------------------------------------------------------------------------------

Torna CCS con la sua nuova realizzazione che si dimostrerà veramente al Top della categoria! Stiamo parlando del GunBuster (トップをねらえ! Toppu o nerae!) un anime composto da 6 OAV creato dallo studio Gainax nel 1988. Il modello è inserito nella linea Mortal Mind, la stessa del Gurren Lagann (Settembre 2020 ) Mazinger Zero (Maggio 2021) Shin Getter 1 (Agosto 2021) Great Mazinkaiser (Agosto 2023) e del Cybaster Possession (Ottobre 2023) con cui condivide molte delle caratteristiche tecniche.

La confezione è concettualmente identica a quelle dei modelli precedenti, ma molto più grande! Il brown box esterno vede l’immagine stilizzata del mecha e le varie scritte sui lati. All’interno, la classica e bellissima sovra copertina, un box in polistirolo e ben 7 blister in plastica. Quello in polistirolo contiene il robot mentre gli altri tutti gli accessori e le parti opzionali. La confezione come detto è la più grande della linea Mortal Mind e misura le seguenti dimensioni: 35 centimetri di altezza, 56.5 di larghezza e 25 di spessore.

Il Gunbuster si presenta senza la testa, le spalline e diverse appendici che troviamo nei blister di plastica. Il Robot è già così enorme, grande e molto pesante. E’ senza ombra di dubbio il modello più pesante (1,6kg) della linea  Mortal Mind e sarà difficilmente superato da altri. CCS infatti ci fa sapere che i prossimi modelli saranno realizzati con meno diecast (le parti esterne sono tutte in pvc/abs). Per ricreare il Gunbuster completo di tutte le sue parti vanno agganciate le spalle, la testa, le due parti del gonnellino e quelle delle gambe. Le parti del gonnellino, delle gambe sono facili da inserire così come la testa. Particolare attenzione va fatta nell’inserimento delle due alette che completano le spalle (devono essere inserite nel verso giusto). La testa del Gunbuster viene ricreata aggiungendo il diadema frontale. Come potete vedere dalle immagini nonostante le dimensioni ridotte è scolpita nei minimi dettagli. La cosa che mi ha colpito è la parte meccanica vicino alla testa, la finitura e il contrasto tra le parti metalliche e quelle in pvc/abs  è veramente bella. Le due spalle, realizzate in abs e pvc si incastrano sul perno in metallo. Hanno un design decisamente riuscito ricche di trame e dettagli. Come già accennato va fatta attenzione al giusto inserimento delle alette grandi. CCS ha dotato le grandi spalle di un meccanismo che permette di visualizzare l’apertura del lancio dei missili. Questa parte del modello è quella più interessante…. La piastra pettorale e quella delle spalle sono agganciate al resto del corpo tramite dei magneti. I reattori si fissano nei due fori presenti sulle spalle tramite incastro. La parte grigia della vita è quella che ho indentificata come la più interessante, una parte meccanica che ritroviamo in altri modelli della linea Mortal Mind vedi in Great Mazinkaiser e che qui è stata ancor più estremizzata. Il gonnellino è invece studiato per i movimenti del robot , molto simile a quello che ho visto nel Dancouga della Good Smile Company. Anche le braccia sono realizzate e curate nei minimi dettagli. L’inserimento delle mani è abbastanza comodo e sostituirle risulta abbastanza facile. Anche qui la cosa che ho subito notato sono le parti meccaniche e quelle in metallo abbinate alle parti in pvc/abs, tutto molto bello e curato senza una minima sbavatura.

Il modello ha moltissimi punti di snodo che gli permettono di assumere pose full action e quindi di ricreare quasi completamente tutte le scene della serie anime. La testa non ha una grandissima mobilità perché le due punte, ruotando, vanno inevitabilmente a toccare i bordi. Il collo però è dotato di un particolare snodo studiato appositamente per aumentare sensibilmente la mobilità generale della testa. Grazie a quest’ultimo possiamo spostare la testa del Gunbuster anche avanti e indietro. Il busto può piegarsi in avanti e indietro, a destra e sinistra. Una soluzione tecnica già vista negli altri modelli della linea Mortal Mind e che qui viene ancor più estremizzata. Le braccia e le gambe sono sostanzialmente realizzate allo stesso modo e posso ruotare addirittura di 360°. Le braccia hanno due snodi in metallo che permettono di orientarle in diversi modi. Il fulcro principale è quello situato nella zona del “cinto scapolare” che risulta veramente ben fatto. La sensazione è quella di muovere dei pistoni oliati. Anche lo snodo del polso è stato studiato nei minimi dettagli. Le Gambe hanno di fatto la stessa soluzione tecnica delle braccia. Ritroviamo quindi due snodi in metallo, uno principale ed un’ altro che ci permette di piegare la gamba di 90°. Bacino/Vita: Anche il gonnellino è dotato di diversi punti di snodo con i pannelli della parte frontale che si possono sollevare mentre quelli laterali si possono aprire ed allargare. Il tutto per consentire alle gambe una maggior mobilità. I piedi sono le parti del robot che danno equilibrio e che permettono al modello di mantenere correttamente tutte le posizioni. Possono ruotare di 360° e sono orientabili sia a destra che a sinistra, mentre la punta, piegandosi, di fatto seziona il piede in tre parti donando ulteriore stabilità in pose differenti. Anche le spalle sono mobili e le possiamo orientare a piacimento in base alla posizione delle braccia. I pannelli si possono alzare (non di molto) mentre le due alette che completano le spalle sono orientabili verso l’alto e verso il basso, bisogna muoverle sempre con grande attenzione dato che i perni di giunzione sono in plastica. Un movimento fatto male li spezzerebbe irrimediabilmente!

Come da tradizione, anche il Gunbuster è dotato di Led luminosi. Premendo il tasto situato dietro il collo si innescano due luci, una illumina il volto e una sul diadema per simulare il  Buster Beam (un potente raggio laser emesso dalla fronte di Gunbuster). Le luci della testa hanno un meccanismo a tempo come il Cybaster. Ma CCS ci ha voluto sorprendere come sempre è ha creato i temi di “Aim for the Top GunBuster” che sono “sforzarsi/impegnarsi” e “perseveranza” nelle spalle del robot sotto forma di Led. Molti precedenti prodotti del GunBuster, hanno provato a utilizzare questi due concetti  ma solo CCS è riuscita in questo intento nascondendo nelle spalle questi due elementi. Le batterie (tre di tipo AG5 già incluse) sono situate in un vano posto sotto la piastra della spalla. Per renderle funzionanti si deve togliere la linguetta di plastica posta fra le batterie. La piastra è dotata di calamite, rimuoverla è veramente facile. I simboli nelle spalle si accendono spostando i pannelli centrali della spalla uno in alto e l’altro in basso.

Il Gunbuster CCS è dotato di moltissimi accessori. Nello specifico ritroviamo diverse mani intercambiabili, la mazza da baseball, un effect part per simulare uno degli attacchi più famosi del Gunbuster, il Buster Home-Run. 4 parti del mantello, le lame, effect part per simulare il Super Inazuma Kick, diversi supporti opzionali ed il display stand. La base espositiva è identica a quelle delle precedenti uscite, abbiamo quindi la base nero/lucido con le aste in metallo di altezze differenti ed i due supporti da alternare, uno fisso ed uno mobile. Come nel Great Mazinkaiser, il blocco avviene con un perno a molla che, una volta abbassato, permette l’innesto ed il fissaggio del Gunbuster grazie ad un piccolo binario a scorrimento.

Nella serie il Buster Machine 3 è una super arma sviluppata dall’umanità durante la guerra contro i mostri spaziali e progettata per distruggere il loro posto di comando al centro della galassia. All’attivazione, non è riuscito ad esplodere poiché il 2% dei suoi generatori sono stati danneggiati nell’attacco precedente, costringendo Noriko Takaya e Kazumi Amano ad entrarvi col ​​Gunbuster, strappare uno dei motori del mecha e usarlo per avviare la reazione. A causa della distorsione temporale le due ragazze rimarranno sole nello spazio e isolate dall’umanità per 12.000 anni. Per ricreare questa scena iconica CCS ha dotato il suo Gunbuster di un piastra pettorale scheletrica e di un generatore alternativo. Come già accennato la piastra pettorale si aggancia al corpo del Gunbuster tramite calamite. Una volta rimossa compare lo scheletro del mecha che ricopre il generatore. Anche le parti scheletriche si agganciano al robot magneticamente. Entrambi i generatori sono dotati di  led che si attivano premendo il pulsante situato dietro il collo del Gunbuster. Nella confezione non poteva mancare la mazza da baseball gigante per simulare il Buster Home Run . Si tratta di una tecnica che utilizza appunto una mazza per restituire i proiettili sparati dal nemico. La mazza da baseball misura in totale 20 centimetri. Come vedete dalle immagini ha un vano batterie  (tre di tipo AG5 già incluse) coperto da una parte collegata con dei magneti. Nella confezione CCS ha incluso un effect part (anch’esso  dotato di magnete) che si illumina al contatto. I Buster Missile sono dei missili sparati dalle dita di Gunbuster. Per realizzare questo attacco CCS ha dotato il Gunbuster di due paia di mani intercambiabili. Abbiamo anche le asce giganti che possono essere combinate in un’arma bifacciale. Anche quest’ultima è realizzata molto bene. Un altro iconico attacco del Gunbuster è Il calcio volante ad alta velocità potenziato dai battistrada chiodati sotto il piede. Per simulare questo colpo speciale CCS ha dotato il modello di un battistrada chiodato che si aggancia sotto la pianta del piede tramite magneti. Per enfatizzare questa scena ha aggiunto anche una bellissima effect part! Ovviamente per realizzare il Super Inazuma Kick abbiamo necessariamente bisogno dello stand display, il risultato finale è un qualcosa di veramente spettacolare! I Double Buster Collider sono una serie di aste estratte dagli avambracci e dai polpacci del Gunbuster che perforano un bersaglio e conducono milioni di volt di elettricità. Sia le aste che gli effetti sono presenti tra gli accessori del Gunbuster. Di fatto trovo questa modalità tra le più belle del Gunbuster e CCS non si è risparmiata tra effetti e parti opzionali per ricrearla. Quando si aprono i pannelli del robot possiamo ammirare l’architettura interna del modello, niente è stato lasciato al caso. Nelle braccia si deve rimuovere il polso che viene via ruotando la parte leggermente a sinistra.  CCS include 4 set di aste per le braccia e 4 per le gambe, 12 effect volt per le braccia e 12 per le gambe. Tutte queste parti sono dotate di magneti. Va detto che gli effect volt delle braccia non sono proprio stabilissimi, si deve trovare la giusta posizione o cadranno a terra. Bisogna anche sottolineare una cosa importante, per realizzare questa modalità s’impiega diverso tempo perché ogni parte deve rispettare correttamente l’esatta posizione prevista. Il risultato finale però è davvero grandioso e di grande impatto estetico! Il Buster Shield è un mantello gigante distribuito sull’armatura della spalla destra di Gunbuster che può deviare gli attacchi nemici. CCS ha realizzato un mantello in pvc diviso in tre parti. Nello specifico è composto da una parte centrale più grande che si aggancia al Gunbuster utilizzando gli stessi innesti dei reattori posteriori, e da due più piccoli che si collegano alla parte grande del mantello tramite snodi in metallo. In pratica la medesima soluzione d’innesto delle ali sullo Shin Getter. Per ricreare completamente il Buster Shield CCS ha realizzato una mano a cui è attaccato un’estensione del mantello (mano e mantello sono un pezzo unico). Il risultato finale è veramente bello e molto scenografico e lascia libertà al collezionista di posizionare a piacimento sia la parte dello scudo che le due estremità del mantello.

CCS ha sfornato un modello studiato nei minimi particolari, design, articolazioni, accessori e finitura sono veramente di alto livello. Ad oggi è la casa di produzione che offre un rapporto qualità/prezzo migliore di tutti. Il Gunbuster, pur risultando veramente pesante, stupisce per la sua posabilità. La produzione CCS eccelle in alcune sue modalità risultando veramente incredibile! Double Buster Collider, Buster Shield e Inazuma Kick sono una gioia per gli occhi, ma la cosa che più fa impazzire di questo robot è la realizzazione organica della parte nel busto, davvero da sbavo! Il Gunbuster CCS è realmente il Top finora raggiunto da questa casa di produzione che, ad ogni nuova uscita, cresce in tutte le direzioni in modo esponenziale alzando sempre più il livello qualitativo del suo prodotto. I miglioramenti non riguardano solamente la realizzazione del modello in se stesso, ma anche di tutta la dotazione accessori che lo accompagna. Godetevi questo Gunbuster Mortal Mind che, pur non essendo trasformabile, sa restituire un grandissimo senso di soddisfazione a chi deciderà di esporlo nella propria collezione…..IMMENSO!
 
Recensione in collaborazione con Giustino Capri di Gokin.it
Servizio fotograico a cura di Paolo Fasciani

 

 

 

 

martedì 27 febbraio 2024

STAR GAOGAIGAR FINAL BATTLE DX SET POSE + METAL SERIES - SECONDA PARTE

NOME DEL MODELLO : STAR GAOGAIGAR FINAL BATTLE DX SET

PRODUTTORE : POSE PLUS

ANNO DI RILASCIO : 2023

PREZZO DI LISTINO IN YEN : 76.780

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

ESTETICA : 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA : 10

ACCESSORI : 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA' : 9,5

CONFEZIONE : 9 - DIMENSIONI : 52 x 52 x14 cm

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

  PRO

stealth gao 2 molto curato

finalmente un display stand

support unit utilissima con molte configurazioni

led e chiave di attivazione

CONTRO

mancano le parti del gaogaigar per completare lo stealth gao 2

un po' macchinoso il montaggio della support unit alle gambe

prezzo molto alto

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Eccoci alla seconda parte della recensione dedicata al set Star Gaogaigar DX. Proseguiamo la nostra descrizione analizzando lo Stealth Gao 2, modulo progettato per il volo nello spazio. Rispetto a quello classico, questo è decisamente più ingombrante e pesante. La grande apertura alare arriva a ben 41 cm, mentre i due reattori laterali contribuiscono a far aumentare notevolmente il peso di questa Gao Machine. Stiamo parlando di circa 400 grammi che vanno ad agganciarsi alla schiena del nostro Gaogaigar targato Pose Plus. Non dimentichiamo anche la lunghezza della parte centrale, da punta a punta abbiamo una misura di ben 25 cm. L’estetica è chiaramente in continuità con quella dello Stealth Gao 1, dettagli, colori e finitura generale sono quasi completamente identici. Si differenzia a livello cromatico il simbolo della GGG che in questa versione diventa verde. Nella confezione lo Stealth Gao 2 è diviso in ben 7 parti. Troviamo il corpo centrale, la punta posteriore, il copri-vano di aggancio, i due reattori con i rispettivi anelli color oro. L’aggancio delle varie parti è davvero molto semplice, l’unica vera attenzione è da riporre nel fissaggio dei due anelli ai rispettivi reattori. Vanno agganciati alla sezione apposita e poi ruotata la ghiera interna in senso orario per il bloccaggio, il tutto è ben specificato nel libretto istruzioni. La colorazione di tutte le parti è impeccabile, ogni punto, ogni micro particolare ha una cura eccezionale. I colori sono chiaramente quelli classici visti nella versione 1. Corpo principale nero con inserti rossi e verdi, mentre la parte alta dei reattori è in color oro. Mancano però all’appello tre parti fondamentali per completare lo Stealth Gao 2, le criniere, gli avambracci ed il casco che, CLAMOROSAMETE, non sono stati inseriti nella confezione! Bisogna staccarli dallo Stealth Gao 1 e fissarli sulla nuova Gao Machine. Questo particolare mi ha fatto davvero arrabbiare e la considero una grave mancanza da parte di Pose. Stiamo parlando di 5 parti molto semplici che non avrebbero sicuramente inciso molto sul costo di produzione!

La rivisitazione del Gaogaigar e, nello specifico anche dei suoi accessori, non è solamente estetica, ma anche funzionale. Lo Stealth Gao 2 è dotato di ben 3 modalità diverse, questo grazie alla nuova concezione dell’apertura realizzata sui reattori. Per mostrare gli Ultech Engine all’interno, Pose Plus ha elaborato un sistema di apertura per far rientrare all’interno della struttura le due punte nere principali. Una volta effettuata l’operazione e richiuso i pannelli, si possono ammirare le parti trasparenti con all’interno i generatori Ultech. Oltre a questo possiamo anche decidere di lasciare i pannelli in apertura fissando nelle apposite sezioni le punte nere, in questo modo avremo un’esposizione ancor più scenica e accattivante. Pose ha dato un nome identificativo alle tre varianti espositive dello Stealth Gao 2. Con rettori chiusi – Stand-By Mode. Con reattori completamente aperti – Energized Mode ed infine con i pannelli in semi apertura unitamente alla coda – Blast-Of Mode. Lo Stealth Gao 2, come nella prima versione, può essere agganciato anche al Linear Gao ed anche al Gaigar. Gli agganci vengono ottenuti grazie agli appositi accessori che si trovano nella confezione del Gaogaigar.

La sessione di aggancio al Gaogaigar avviene nello stesso identico modo della versione 1. Si rimuove il pannello del vano aggancio per estrarre il casco posto precedentemente all’interno. Successivamente si fanno ruotare le criniere e si procede al fissaggio sul modello. Accertato che tutto sia correttamente agganciato, si procede all’agganciamento del casco sulla testa del Gaigar…..Star Gao Gai Gaaar…..! E’ possibile riprodurre le armi ottenute con l’utilizzo dei due anelli removibili. Tramite il perno di connessione si vanno a posizionare sui rispettivi avambracci, sul sinistro il Protect Wall, mentre sul destro il Broken Phantom.   

Nella confezione Pose ha inserito, direi finalmente, una basetta espositiva! Nulla di eccezionale, ma per questa casa di produzione è una vera novità! E’ divisa in due sezioni da unire tramite appositi supporti. Uno di questi serve al fissaggio della base per l’asta di sostegno, in questa versione più lunga di un paio di centimetri rispetto a quella presente nella dotazione del Gaogaigar. Possiamo quindi esporre il nostro Star Gaogaigar su questo nuovo display stand e far scaricare il peso dello Stealth Gao 2 quasi totalmente al supporto in metallo. Inclinando le ali all’indietro e ruotando la parte bassa della Gao Machine, si fissa l’apposito sostegno all’asta dello stand, andando così ad assicurare il modello nella sua classica posa. Sulla basetta è anche possibile fissare l’apposito fermo  per far appoggiare l’asta del Goldion Hammer. Le funzioni della nuova basetta però non si esauriscono qui, vedremo più avanti la sua evoluzione estetica.

E’ arrivato il momento della Support Unit che, come dice il nome stesso, è una nuova unità di supporto creata appositamente per questo set. Inizialmente ho pensato che questo accessorio fosse frutto di pura fantasia dei progettisti Pose Plus, ma in realtà hanno preso spunto da un’arma che compare nel videogioco per Playstation 1 Gaogaigar Blockaded Numbers. L’arma in questione è chiamata Grand Pressure e viene usata per schiacciare letteralmente il malcapitato nemico al suo interno. Presa la traccia estetica Pose ha concepito la Support Unit che, grazie alle sue braccia estensibili, può essere impiegata in modi differenti ampliando in modo esponenziale il divertimento nella sua esposizione.

La nostra unità si aggancia allo Stealth Gao, al Drill Gao, al Gaogaigar e, anche se in minima parte, al Goldymarg. Entriamo nel dettaglio del suo utilizzo perché le variazioni d’impiego sono differenti. Diciamo che, potenzialmente, si possono creare configurazioni molto interessanti, uscendo anche dagli schemi proposti dalla casa di produzione. La Support Unit è composta da una parte centrale con snodo mobile, più altre due laterali. Unendosi vanno a formare la vera e propria unità. E’ dotata di braccia mobili con articolazioni a scatto autobloccanti che vengono mosse grazie alla pressione dello snodo stesso, possono addirittura ruotare sul proprio asse sempre con movimento a scatto! L’aggancio allo Stealth Gao avviene tramite l’impiego di un apposito accessorio. Il fissaggio è molto semplice ed altrettanto sicuro, questo grazie ai perni che vanno ad inserirsi all’interno della struttura della Support Unit. Sempre mantenendo la modalità unita, la nostra unità si può agganciare alle braccia del Gaogaigar, diventando una nuova arma. Sfruttando le braccia articolate assume le sembianze di una grossa tenaglia. Lo snodo di connessione è poi dotato di movimento per alzare, abbassare ed inclinare. Separando la sezione centrale dalle due laterali, la Support Unit si può agganciare al Drill Gao e, utilizzando le braccia articolate con due appositi sostegni, sorreggere il Dividing Driver ed il Gatling Driver. Agganciate le parti alle gambe del Gaogaigar, la Support Unit diventa un vero e proprio supporto di appoggio per il modello. Utilizzano le estensioni delle braccia articolate si può lavorare per trovare la giusta posizione in base alla posa scelta per il Gaogaigar. Nella confezione sono presenti anche degli appositi fermi che vanno a bloccare le estensioni per non farle rientrare accidentalmente. In più Pose ha addirittura concepito dei piccoli copri-fori da posizionare sulle sedi vuote della Support Unit, questo per creare un’estetica priva di imperfezioni. La grande capacità di sostegno della nuova unità mostra tutto il suo potenziale con il Goldion Hammer e la Marg Hand inserite sul modello. Sempre grazie all’utilizzo delle braccia articolate ed agli appositi sistemi di connessione forniti, è possibile esibire il Gaogaigar con il martello in pose dinamiche molto belle. Il Peso dell’accessorio viene scaricato sulle braccia articolate che vengono fissate in uno dei punti previsti della Support Unit connessa alle gambe del modello. L’ultimo utilizzo disponibile della Support Unit è riservato al Goldymarg. In realtà sul mecha si possono utilizzare le due braccia articolate che vanno a posizionarsi sopra al martello. Si possono scegliere 4 posizioni differenti grazie agli appositi fori creati. Giocando con i vari posizionamenti è possibile esporre anche in questa configurazione il Dividing Driver ed il Gatling Driver facendo assumere al Goldymarg un aspetto ancor più aggressivo. Voglio ricordare comunque una cosa molto importante. E’ fondamentale consultare il libretto istruzioni per le varie operazioni di fissaggio, soprattutto quelle alle gambe del modello (Drill Gao) perché le due sezioni della Support Unit non sono speculari, ma hanno un loro senso di posizionamento accompagnate dagli appositi fermi di connessione che, a loro volta, hanno lunghezze diverse.

Pose Plus ha voluto rendere veramente speciale il suo set Star Gaogaigar DX realizzando un apposito kit per l’illuminazione. Trasform into Light – Led & Tool Set. Il kit led comprende i circuiti alimentati a batteria per dare luce alle due estremità del Goldion Hammer e per gli Ultech Engine dello Stealth Gao 2. Per quanto concerne il Goldion Hammer, sono presenti anche le due apposite sedi da porre all’interno del martello. Bisogna quindi inserire i due circuiti nelle apposite sedi e poi fissarle all’interno delle  due sezioni del Goldion Hammer. Per quanto riguarda gli Ultech Engine, l’operazione è ancor più semplice, basterà inserire i due appositi circuiti nell’apposita fessura e rimontarli alla loro sede. Tutte queste operazioni vanno scrupolosamente eseguite seguendo passo passo le indicazioni del libretto istruzioni, ponendo particolare attenzione alle direzioni di rotazione e senso d’inserimento. Il tutto è comunque ben chiaro nei passaggi illustrati del manuale. Le batterie a bottone per alimentare le varie parti non sono comprese, sono di tipo diverso e sono ben specificati i codici per procedere al loro acquisto. Ma come si attivano gli effetti luminosi??? Sui circuiti sono presenti i micro tasti di attivazione che, ovviamente, vanno attivati prima di poter inserire le parti nelle sedi interne. Qui entra in scena la replica della chiave di attivazione  che si vede nelle sequenze della serie animata! Avvicinando la testa della chiave alle parti con i circuiti, si accendono i led al loro interno. Replicando l’operazione una seconda volta, la luce a led diventa intermittente. Ripetendo per la terza volta si spengono tutte le luci. Pose Plus, oltre alla chiave, ha realizzato anche l’esatta replica della Gold Card, la scheda  che viene strisciata da Mikoto per l’attivazione della sequenza Goldion Hammer. Ma non finisce qui perché Pose ha concepito anche l’apposita sede per inserire e ruotare la chiave, proprio come avviene nella scena della serie tv. Questa parte si aggancia al display stand per poter essere esposta insieme al modello. Anche la Gold Card ha un proprio supporto espositivo che può essere applicato in diversi punti della base espositiva. Insomma, Pose non ha voluto tralasciare nessun particolare e ha reso davvero completa la dotazione accessori del suo Final Battle DX Set.

Un lavoro davvero sontuoso, ben studiato e ottimamente realizzato. Pose Plus ha davvero confezionato un set di tutto rispetto per gli amanti della serie Gaogaigar. La cura realizzativa mi ha davvero impressionato perché dimostra quanta passione hanno messo i progettisti della casa di produzione. L’aggiunta poi della chiave di attivazione con l’apposito supporto e la Gold Card, sono l’ennesima dimostrazione di quanto questa azienda tenga alla realizzazione dei suoi prodotti. L’unica vera critica che posso muovere a questo DX Set è una soltanto. La mancanza delle criniere, avambracci e casco nella dotazione accessori è per me davvero incomprensibile, visto anche il prezzo a cui questo set viene proposto sul mercato. Credo che per la “modica” cifra di 76,780 yen (al cambio odierno 470 euro circa più spedizione e tasse) Pose Plus potesse fare un piccolo sforzo in più per inserire queste parti mancanti. A parte questo, volete mettere poter replicare noi stessi la sequenza di attivazione con la chiave e la scheda?!

Come sempre un grande ringraziamento a tutto lo staff di Gokin.it per lo spazio concessomi. Un ringraziamento speciale anche all’amico Valerio per l’informazione sulla natura della Grand Pressure.

  GALLERIA FOTOGRAFICA STAR GAOGAIGAR DX SET - SECONDA PARTE